Fuoco, cenere, acqua: il loro significato nella Liturgia Particolarità del Servizio

I segni e i simboli nella liturgia non sono un accessorio coreografico e non si trovano a caso all’interno di una celebrazione o di un particolare tempo liturgico. Ognuno di essi rimanda ad un significato più profondo e ci aiuta a lasciarci coinvolgere nel progetto di Dio sulla nostra vita e sull’umanità.

Il fuoco

È simbolo dello Spirito di Dio; nel giorno di Pentecoste lo Spirito scende in forma di fiamme; il fuoco riscalda, brucia, illumina, purifica, fortifica, consuma.

È simbolo della presenza della divinità. Viene usato nella Veglia pasquale e nella festa della dedicazione della Chiesa.

La cenere

Agli inizi della storia del Cristianesimo portare la cenere sul capo significava il pentimento dei propri peccati e la volontà di conversione, di cambiamento di condotta.

Per questo il mercoledì delle « ceneri », dopo l’ascolto della Parola di Dio e dell’omelia, si compie il rito dell’imposizione delle ceneri che indica ancora oggi la nostra debolezza di creature, la nostra corruttibilità. Le ceneri nella Bibbia esprimono anche l’intensità della preghiera rivolta a Dio per ottenere una grazia, la salvezza.

 

L’acqua

Ha significati diversi. 1. Il perdono dei peccati, la purificazione spirituale. 2. Cristo, acqua viva che disseta ogni ricerca dell’uomo . 3. Fertilità, fecondità, vita.

L’acqua è il segno proprio del battesimo, sia per immersione che per infusione. Per ricordare il battesimo si può fare l’aspersione con l’acqua all’inizio della Messa domenicale; per ripetere le promesse battesimali si compie il rito dell’ac­ qua nella Veglia pasquale, per ricordare il battesimo ci si segna con l’acqua benedetta quando si entra in chiesa; per trasmettere la grazia pasquale si benedicono le case; per ricordare ancora il battesimo si usa l’acqua durante le esequie: entrando nella casa del defunto, prima del commiato, al sepolcro.

 

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