
Ti è mai capitato qualche mattina per svegliarti di mettere una musica come sveglia? Quella musica sicuramente ti ha dato una mano in più per alzarti dal letto e, di tanto in tanto, durante la giornata sarà tornata con le sue note a farsi strada dentro di te.
Come una musica, le cui note non possiamo del tutto afferrare o trattenere, anche la nostra amicizia con Dio dona un ritmo sempre nuovo alla nostra vita. Ci sveglia dal sonno delle nostre mezze misure e mette in moto coraggio, generosità, attenzione, stupore, libertà, fiducia…!
Ma questa musica abita sempre più in noi quanto più noi la condividiamo insieme con gli altri. Quanto più ci lasciamo guidare dal suo ritmo, tanto più siamo portati verso gli altri, scoprendoli come nostri amici e fratelli con cui vivere una vita colorata dalla gioia vera.
È l’esperienza che viviamo come ministranti. Un giorno, che lo sapessimo o no, abbiamo voluto dire il nostro “Sì” a Dio mettendoci in gioco per Lui nel servizio liturgico. Dio ha messo nel profondo del nostro cuore un desiderio o ci ha interpellato attraverso l’invito di qualche persona e noi con generosità abbiamo detto: “Eccomi!”.
La musica di Dio in noi è lasciarsi guidare dallo Spirito Santo che in Gesù ci porta nel cuore del Padre che da sempre ha pensato per ciascuno una missione, un progetto, che coinvolge gli altri.
È stato così anche per Filippo. Da tempo Filippo seguiva e serviva il Signore in maniera speciale, ma ecco che un giorno Egli lo invita a fare un nuovo passo. Quest’anno scopriremo la sua storia.
Dagli Atti degli Apostoli (8,26-39)
Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti, e raggiungi quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: «Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?». Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.
- Slogan di quest’anno è “Wake up!” (si pronuncia: Ueik’ap!) ossia: “Sveglia!”. Partiamo dunque dall’entusiasmo dello Spirito Santo in noi che ci spinge a uscire fuori dalle nostre pigrizie, dai nostri schemi, dalle nostre lentezze per amare e diffondere nel mondo la sua “musica” che dona gioia e vita!
- Obiettivo del nostro percorso: maturare la nostra capacità di risposta a Dio che ci interpella nelle varie circostanze della nostra vita, ossia crescere nella responsabilità.
Sei tappe più una nelle quali svegliare in noi e attorno a noi: la gratuità, la fiducia, la gratitudine, l’attenzione, lo stupore, la libertà. Ognuna di esse offre una riflessione, una esperienza concreta di altri ministranti, una attività per riflettere o approfondire il servizio, una azione concreta da realizzare per “svegliare” il mondo in noi e attorno a noi.
Ha scritto Papa Francesco: “Ciò che si trasmette nella Chiesa (…) è la luce nuova che nasce dall’incontro con il Dio vivo, una luce che tocca la persona nel suo centro, nel cuore, coinvolgendo la sua mente, il suo volere e la sua affettività, aprendola a relazioni vive nella comunione con Dio e con gli altri” (Papa Francesco, Lumen Fidei, 40)
Lo scopo generale di questi sussidi è quello di dare radici profonde al servizio liturgico dei tanti ministranti che servono nelle nostre comunità, perché non si riduca a un semplice fare ma diventi un incontrarsi con Gesù e farne esperienza come singoli e come gruppo.
Il segno che può accompagnare il percorso: realizzate su un cartellone o un foglio di carta da pacchi un grande orologio e dividetelo in sette parti. Scrivete ovviamente in grande lo slogan di quest’anno: Wake up!. Per ogni tappa realizzate con un altro cartoncino una nota musicale, su di essa ogni componente del gruppo può scrivere cosa ha imparato o sperimentato di più durante l’incontro o il periodo di servizio che ha vissuto. La nota viene poi applicata sul grande orologio.
Ogni tappa è composta da:
- La Parola + In profondità: una breve riflessione su una parte del brano che proponiamo come linea-guida del nostro cammino. La riflessione può essere letta insieme o riproposta dall’animatore in maniera narrativa. A partire dalla riflessione l’animatore è poi chiamato a suscitare le domande e la curiosità dei ragazzi proprio per andare più in profondità e lasciarsi interpellare.
- L’esperienza di… : si tratta di alcune semplici esperienze di cristianesimo vissuto di alcuni ragazzi. Queste esperienze aiutano ogni ministrante a mettere fuoco il suo servizio concreto anche a casa, a scuola, con gli amici.
- In azione: una attività laboratoriale in cui ogni ragazzo con l’aiuto dell’animatore è condotto a scoprire o rafforzare nuovi particolari del servizio liturgico o del cammino che sta facendo.
- Tu cosa puoi fare? La proposta di un impegno concreto da sviluppare una volta tornati a casa e da condividere in un successivo incontro.
- Preghiamo insieme: un momento per interiorizzare il dono ricevuto.
Per l’animatore:
Comincia un nuovo anno con il tuo gruppo. Se è un gruppo già affiatato si tratta di riprendere i normali ritmi con i più esperti e di integrare anche i nuovi membri, ai quali riserverai una cura diversa di preparazione soprattutto al servizio e ai valori e motivazioni che lo guidano. Se è un nuovo gruppo si tratta di cominciare passo dopo passo a porre le basi del cammino educativo ravvivando la consapevolezza di ciò che fanno. Una volta al mese o ogni quindici giorni è importante proporre una tappa formativa ai propri ministranti. Il momento dell’incontro, accanto all’esperienza del servizio alla messa festiva costituisce uno dei pilastri fondamentali del cammino formativo. La gradualità e la pazienza sono una componente essenziale insieme all’attenzione e al rispetto dei tempi di ciascuno, senza però perdere di vista l’orizzonte alto del servizio che si vive. A inizio anno imposta su un calendario una tua piccola programmazione tenendo conto dei tempi liturgici, delle festività della tua comunità, ma anche delle attività diocesane per i ministranti e non solo.
Sei pronto?
Buona strada!
COMINCIA LA TUA AVVENTURA DI QUEST’ANNO CON IL SUSSIDIO “WAKE UP!”: da settembre in libreria e online.